martedì 2 luglio 2013
Su Formalina: il romanzo di un medico atipico
recensione di Giovanni Tuccari – Anatomopatologo, Università di Messina
Con il romanzo Formalina, Gaetano Giuseppe Magro punta a conseguire un duplice obiettivo. Innanzitutto, e forse ancor prima del riflesso letterario, Egli obbliga il lettore a conoscere ed apprezzare la professione dell’anatomopatologo: un medico atipico, figura assolutamente centrale per il raggiungimento dell’attesa diagnosi. E così, ogni passaggio della vicenda del protagonista – Ruggero Morganti – ci restituisce un essere travagliato, dolorosamente partecipe del destino e della prognosi dei pazienti, specie di fronte a casi clinici di grande complessità in tema di diagnostica differenziale. Al contempo però, l’Autore ci obbliga anche a confrontarci con un’altra creatura, Ambra, tesa a rientrare nei “limiti della normalità biologica”, ma aperta alla poesia, alla passione, con il viaggio e l’ignoto nel cuore. L’incontro di questi due mondi determina una vicenda umana, esaltante e dolente, in cui l’Autore lascia apparentemente “cadere” una serie di considerazioni etiche, filosofiche e sociologiche, a forte impatto soggettivo ed anche collettivo, capaci di sollecitare corde, non sempre manifeste e condivise, relative all’esperienza umana ed alla sensibilità di ciascuno dei lettori. Ed ecco allora, poiché “straordinaria è la capacità con cui il cervello umano è in grado di accantonare i cattivi pensieri”, emergere le riflessioni di Gaetano Magro sulla natura stessa della religione, sulla mediocrità vitale, sui luoghi metaforici della mente, sulla libera uscita di ogni uomo con il verso poetico (espresso come “biopsia di Dio”), sui luoghi dell'infanzia con il loro portato, sulla storia dell'uomo ed il suo disordinato percorso. I sentimenti e l'esistenza stessa vengono così “immortalizzati” in assoluta analogia con quanto avviene con i campioni tissutali biologici immersi in formalina!
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