venerdì 12 luglio 2013

Formalina e il gioco irrazionale dell'amore

di Antonella Corsaro, biologa, Liceo scientifico Boggio Lera di Catania

Curiosità, stupore, profonde riflessioni fino a toglierti il respiro. Queste sono le sensazioni che ho provato leggendo la tua ultima fatica letteraria. Tutta d’un fiato si intende, perché le emozioni che sprigiona ogni singola parola scritta, hanno un sapore intenso ed autentico. Già il titolo è emblematico. Tra le prime pagine del libro si coglie immediatamente la passione contagiosa che da sempre hai avuto per la tua professione, per la scoperta scientifica, senza mai trascurare quella dimensione metafisica dell’essere uomo che porta alla vera “Conoscenza”. Già nelle tue precedenti opere ci avevi fatto assaporare un linguaggio del tutto singolare ed innovativo per i tradizionali canoni poetici, ma devo affermare che Formalina lascia davvero i brividi sulla pelle. Ci presenta una ragazza difficile, Ambra, che tra le sue mille inquietudini del vivere quotidiano, si ritrova a seguito di un delicato intervento a vivere momenti difficili “nell’attesa insopportabile di un giudizio universale”. Ma la vita – si sa – è fatta di contingenze e questa sua condizione patologica la porta a conoscere l’anatomopatologo Ruggero che si occupa di esaminare l’ovaio che le è stato asportato. L’incontro tra i due dà il via “al gioco irrazionale dell’amore, un gioco che non si compie in uno spazio fisico, ma in un luogo metaforico della mente, dove gli atomi ruotano senza seguire traiettorie stabilite da leggi fisiche ineluttabili”. A questo punto sia per Ambra che per Ruggero, affrontare un discorso interiore diventa “ ineludibile”. Per ciascuno di loro inizia un monologo a gradini progressivi che, talvolta, coinvolgendo intimamente il lettore, lo conduce – forse non casualmente – a cercare la profondità della propria coscienza. Quasi per “alleggerire” la tempesta emozionale che la parte centrale del romanzo suscita nel lettore con una descrizione accurata di luoghi, persone e fatti (che potrebbero essere realmente accaduti se contemporaneamente non fossero accadute tutte le altre cose possibili), ecco un finale a sorpresa che forse azzardatamente si potrebbe definire dal sapore giallo-noir: 

“Nulla o poco è veramente come ci appare… La verità di cui tutti ci accontentiamo contiene una grande bugia: tutto ciò che esiste nel mondo di cui un uomo non ha immediata esperienza, è come se non esistesse in quel momento. Eppure esiste

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