mercoledì 9 gennaio 2013

LE NUOVE PUBBLICAZIONI DI DON PAOLO PATARO


Più Parola e meno parole e Mons. Antonio Golia: un prete, un uomo, un dono!

di Teresa Armenti

Don Paolo Pataro, parroco di Castelsaraceno da sette anni, continua a sorprenderci per la sua poliedricità e per la sua versatilità nel campo letterario. I suoi interessi spaziano dalla prosa alla rima, dalla storia all’omiletica. Questa volta, nell’anno della Fede, ci ha fatto omaggio di due testi prettamente religiosi.


Il primo è frutto di una collaborazione triennale con la rivista “Ministerium Verbi” di Rovigo che, grazie ad Alberto Brigo Editore, ha riunito in un agile volumetto la raccolta delle sue omelie dal significativo titolo Più Parola e meno parole. Dedicato al parroco di Mormanno, Mons. Giuseppe Oliva nel suo 60° di ordinazione sacerdotale, “impegnato a esplorare e notomizzare col coraggio e la delicatezza di pochi questa terra fatta di non pochi buchi neri”, il testo lancia un messaggio semplice, profondo e comprensibile. Risponde, così, appieno alla legge basilare dell’evangelizzazione, indicata da Papa Benedetto XVI il 19 novembre 2011 nel suo viaggio in Benin. La semplicità, afferma il Pontefice, propria delle menti illuminate da una vivacissima intelligenza, esige un linguaggio chiaro ed incisivo, tale da essere immediatamente percepito nel suo preciso significato. La profondità, poi, va direttamente all’essenza del vero, distingue immediatamente ciò che è sostanza da ciò che è forma. In possesso di queste doti, il discorso cristiano non può che essere comprensibile per tutti. Siamo abituati, purtroppo, a vivere in una società dove la parola è continuamente adoperata non per trasmettere qualcosa di sublime, ma per perdersi in futilità verbali. Le omelie di don Paolo, invece, che ripercorrono l’intero anno liturgico, vanno al cuore del problema. Sono accattivanti, perché sono di facile ed agevole lettura anche per l’omogeneità dell’impostazione grafica delle pagine e per l’unità stilistica e contenutistica. Le citazioni evangeliche sono diversificate rispetto al corpo del testo con diversi caratteri. I concetti chiave sono ben evidenziati, schematizzati e, a volte, sono provocatori. C’è l’invito a scuoterci dalla nostra pigrizia, ad aprire i nostri cuori alla gioia che viene da Dio, diventando portatori di luce e tacendo le troppe, inutili parole. Il testo vuole essere, dunque, come afferma l’autore nell’Introduzione, “un piccolo sussidiario per quanti vogliono continuare a sperimentare l’ascolto anche fuori dai perimetri sacri”.

La seconda pubblicazione, stampata dalla Tipografia Gagliardi di Lagonegro, corredata di una ricca galleria fotografica con precisi riferimenti storici, è interamente dedicata a Mons. Antonio Golia, parroco di Rotonda dal 3 ottobre 1970 al 13 gennaio 2003. Già il titolo Mons. Antonio Golia: un prete, un uomo, un dono! 2003 - 13 gennaio esprime tutto l’amore, la dedizione e la riconoscenza di don Paolo verso il suo maestro, il suo mentore, che lo ha sempre sostenuto nel suo cammino verso il sacerdozio. Nella Presentazione, scritta dal Parroco di Cerchiara di Calabria, Mons. Giuseppe Ramundo, amico e compagno di studi di don Antonio, si mettono in evidenza lo zelo apostolico e la caratteristica del sacerdote, dalla connotazione “petrina” nella fedeltà e “mariana” nella tenerezza. < Don Paolo ci dà una preziosa testimonianza della figura del suo maestro, a dieci anni dalla sua salita al cielo, mettendo in evidenza il ruolo del sacerdote nella nostra società liquida. Ci offre un dettagliato percorso della vita di don Golia, dalla nascita a Cerchiara di Calabria il 13 maggio 1942, all’ordinazione sacerdotale il 3 agosto 1968 e ai suoi 33 anni di apostolato nella parrocchia di Rotonda. Il suo primo impegno fu quello di curare la formazione dei suoi parrocchiani. Dotato di una ricca e raffinata umanità e di una profonda ed elevata spiritualità, fu un appassionato studioso di filosofia e teologia. Costruttore di ponti tra Dio e gli uomini, avvicinò, soprattutto nel confessionale, molte anime alla Chiesa e fu maestro di libertà e di obbedienza; fu un solido punto di riferimento, un porto nei momenti di tempesta. Fece tante scelte coraggiose e si adoperò per il restauro della Chiesa Madre e delle numerose cappelle di Rotonda. Conobbe fino in fondo la sofferenza, sua compagna per molto tempo. Vivo è il ricordo di don Antonio Golia non solo in don Paolo ma in tutti quelli che l’hanno conosciuto, tanto che il Comune di Rotonda, accogliendo la proposta di Pataro, intende ricordare il suo benefattore, intitolandogli una piazza il giorno 13 gennaio 2013.

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