lunedì 15 ottobre 2012

Su Non lasciarmi andare via di Maria Di Lorenzo

Marimar Milano 2012 (romanzo e-book)

recensione di Narda Fattori

Si legge d’un fiato questo romanzo di Maria Di Lorenzo, che pure conserva l’unicità della voce narrante e del punto di vista. Non è una storia che ha colpi di scena, escamotage drammatici o linguistici per affascinare il lettore ed avvincerlo alla pagina e al prosieguo della lettura.

Sono pochi, a mio parere, gli scrittori che hanno saputo avvincere il lettore con la narrazione di una vita “qualunque”, normale, di quotidianità quasi convissute (Baricco, la prima Tamaro, la prima Morante… sono nomi consacrati che hanno conosciuto il successo senza usare scorciatoie, colpi di scena, con un linguaggio monologante ma mai noioso). Qui la scrittrice ha vinto sfoderando grandi abilità narrative. Esaminiamo alcune delle strategie compositive usate.

Maria Di Lorenzo riesce a tenere desto l’interesse del lettore attraverso un armamentario narrativo che padroneggia; prima di tutto il linguaggio, sempre piano, colto senza essere ricercato, che spesso riusa piccole frasi che sono diventate quasi modi di dire: “Il mio cuore è un paese straniero” , questi riconoscimenti consentono al lettore di ritrovarsi, di essere preso in considerazione in ciò che sa o che ha orecchiato; poi lo stile, definito da costrutti quasi sempre brevi, se non paratattici e quindi facilmente accessibili alla comprensione; piccole strategie che promuovono l’attenzione come un sapiente uso degli spazi, sì da non spaventare il lettore con pagine piene di fitta scrittura; efficace anche la sottolineatura di moti d’animo e di eventi con l’utilizzo, a capo, di una solo o poche parole.

Una ulteriore prova di competenza narrativa, che cattura la curiosità del lettore e ne conquista l’attenzione, nasce dall’uso sapiente di analessi e prolessi, ovvero degli spostamenti temporali (la prolessi è un flashforward, ovvero qualcosa che accadrà nel futuro, che si dà per accaduto ma deve ancora accadere, l'analessi è un flashback, ovvero si parla di qualcosa accaduto nel passato); dall’intreccio sapiente di questi piani temporali solo alla fine della lettura otteniamo l’affresco completo perché, come per il completamento di un puzzle, finalmente abbiamo tutte le tessere.

Anche il tempo storico che accoglie gli eventi è il tempo dei grandi cambiamenti: gli anni Sessanta e Settanta che tanto hanno modificato il costume, anche quando il cambiamento era rifiutato.

La protagonista, nata e vissuta in una enclave tradizionalista dove sembra trovarsi a suo agio perché rassicurante, in realtà può studiare, spostarsi, compiere scelte coraggiose perché il riconoscimento dell’individualità era nell’aria, si respirava.

L’ambiente è anch’esso un protagonista; la Sicilia che è descritta non è macchiettista né tragica né oleografica; è una terra dignitosa che porta le stimmate di un lungo contatto con antiche civiltà come l’idea del fato, forza a cui non ci si può opporre, concetto che appartiene sia alla cultura greca che a quella araba ( Inshallah: se dio vuole); è una Sicilia piena di contraddizioni, di donne bellissime costrette a mortificare la loro bellezza, silenziose e spesso private dalle manifestazioni esteriori degli affetti, incapaci a loro volta di esprimersi nella gestualità affettiva, e tuttavia sapienti, di incrollabili certezze, disposte al sacrificio, sempre. Sono loro le colonne che consentono il dipanarsi degli eventi perché esse sono sempre presenti, non immote né statiche, ma salde. Le donne sono come le cariatidi, portano il peso del tempio, del mondo e, seppure con dolenzie ed errori, non deflettono mai dall’impegno. Sono il porto sicuro, anche quando il testimone sembra passare da nonna a nipote, anziché da madre in figlia.

Il libro, infatti, vuole cucire il rapporto mancato fra una madre e una figlia.

È la madre che racconta in una lunga lettera e dà ragione delle sue emozioni, delle sue sofferenze, delle scelte compiute e/o subite. La madre quasi ripudiata da una figlia adulta (venticinquenne) capisce che è finalmente giunto il tempo dello svelamento; non è interessata al perdono, forse neppure ad una comprensione intima: desidera instaurare finalmente un dialogo che le rare volte che si è presentato è subito caduto.

Per raggiungere il suo intento deve raccontare alla figlia la sua storia, come solo lei la conosce e dunque torna a far rivivere una madre chiusa nel dolore e aspra, una nonna amabile, uomini che abbandonavano la famiglia, vuoi per cercar fortuna, vuoi per egoismo, giovani maschi protettivi ma liberi, loro, nelle scelte.

Ci scorrono davanti cinquant’anni di storia, di eventi tragici (le Brigate Rosse, la morte di Enrico Berlinguer, il fratello giudice antimafia…); qui non c’è l’eco, il trafiletto sul quotidiano; gli eventi fanno parte della vita, la penetrano.

Dunque il tempo non è solo un contenitore, dà ragioni a scelte, a vissuti, a sensibilità, a problematiche esistenziali, a strumenti di formazione… è veramente un coprotagonista, sia perché muove lo sviluppo della storia, sia perché ne fornisce il ritmo ma anche perché la incornicia.

Non è semplice riuscire in quest’impresa scrittoria.

Ho letto il libro, stampato in digitale, velocemente, e confesso di essere una forte lettrice, ma anche esigente. Ha il merito di non avermi mai annoiato e di avermi tenuto sempre desto l’interesse. E non è banale, anche se sono presenti alcune stereotipie del siciliano bruno dallo sguardo scuro e seduttivo.

Le perdoniamo perché, in realtà, esistono davvero siciliani così e non sono solo stereotipi.


Per leggere il libro: mariadilorenzo.wordpress.com/non-lasciarmi-andare-via
Maria Di Lorenzo - Scrittrice e giornalista culturale, autrice di cinema e di teatro, ha pubblicato fino ad oggi una quindicina di libri compresi nei generi narrativa, poesia e saggistica. Dopo gli studi classici si è laureata col massimo dei voti in Lettere Moderne all’Università di Urbino, con una tesi di carattere psicoanalitico su Giacomo Leopardi. Ha quindi lavorato come giornalista per il quotidiano «Il Tempo», per la RAI e per altre testate italiane. Attualmente è direttore responsabile del magazine culturale In Purissimo Azzurro, mentre dal 1° giugno 2009 cura sul web il forum letterario Flannery.it dedicato alle donne che scrivono. Vive e lavora tra Roma e Milano, dove tiene anche corsi di scrittura creativa per guarire le ferite interiori e vivere felici (info: segretidiscrittura.wordpress.com). È presente su Facebook con una propria pagina: www.facebook.com/mariadilorenzopage, mentre il suo blog personale è: mariadilorenzo.wordpress.com

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