giovedì 11 febbraio 2010

Il valore della poesia: intervista a Vincenzo D’Alessio

a cura di Antonietta Gnerre

Sulla poesia e sui poeti non si termina mai di pensare, di riflettere, di registrare quella luce che modella tutte le cose.

La “poesia apre all’altro, all’ascolto, al tu” scrive Bruno Forte. Mentre per Mario Luzi la poesia vola alta come nella riflessioni tratta da Per il battesimo dei nostri frammenti : “Vola alta, parola, cresci in profondità / Tocca nadir e zenith / Della tua significazione”. Ne parliamo con Vincenzo D’Alessio, italianista, scrittore, poeta, storico e direttore del Gruppo Culturale Guarini (nella foto a lato è a sinistra, a destra Giorgio Barberi Sqarotti)

Per Vincenzo d’Alessio cosa rappresenta la poesia?  
La lingua e la letteratura della libertà.

La raccolta più importante della sua produzione?
Lo Scoglio, perché ha rappresentato la svolta della mia esistenza.

La condizione del poeta in questa società?
Il poeta è un emarginato con le pezze sul sedere.

Con lo sguardo dei valori di ieri, cosa c’è da augurarsi per i figli che crescono in questo periodo della storia?
Che attingano sempre alla memoria collettiva dei propri antenati (nonni, padri e madri).

L’importanza di comunicare oggi attraverso il web.
Comunicare attraverso il web è come per l’era di Marconi del primo telegrafo.

“Il desiderio di esprimere il nostro pensiero e di capire il pensiero altrui è amore. E il tentativo di esprimere le verità che solo si intuiscono le fa trovare a noi e agli altri. Perciò esser maestro, esser sacerdote, esser cristiano, essere artista, essere amante e essere amato sono in pratica la stessa cosa” scriveva don Milani…
Le difficoltà di don Milani e della scuola non sono tramontate nel nostro paese votato al desiderio del bene proprio ignorando l’identità degli altri.

La poesia è “ avventura verso l’ignoto” ricerca aperta e scavo infinito, cui il poeta s’abbandona…
Oggi la poesia ha un ruolo importante: svegliare i sordi e far parlare i muti, in senso civile.

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