martedì 3 febbraio 2009

LE FIAMME DI ZAPOROZE ad Avellino 5 feb


5 FEBBRAIO 2009 – ORE 17,30
c/o SALA PENTA – BIBLIOTECA PROVINCIALE DI AVELLINO – C.so EUROPA
presentazione del libro di
MARIO DIMITRIO DONADIO – “LE FIAMME DI ZAPOROZE”

Saluti SALVATORE BIAZZO (Assessore alla Cultura Comune di Avellino)

Interventi:
FRANCO FESTA (Scrittore)
FIORENZO IANNINO (Storico)

Modererà l’incontro il poeta RAFFAELE BARBIERI
Letture a cura di ENZO MARANGELO

Sarà presente L’AUTORE: MARIO DIMITRIO DONADIO
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Il romanzo “Le fiamme di Zaporoze” nasce in seguito ad anni di studio di tradizioni popolari ricavate sia dall’ aspetto letterario (spaziando dalla raccolta poetica “Kobzar” di Taras Scevcenko, all’ opera di Nicolaj Gogol, considerando anche Pushkin, Tolstoi e Pasternak) che prettamente storico (per mezzo di libri dedicati come il Riasanovsky, il Kirconnell) e di costume (come le pubblicazioni della Surma Library di New York), ma anche attraverso rapporti diretti con ucraini depositari di tradizioni narrate ed esperienze (essendo inoltre io stesso d’origine ucraina).
La stesura del testo e’ avvenuta nel corso di lunghi periodi di soggiorno, di studio e di lavoro tra Avellino, New York e Londra.
La storia si svolge agli inizi del XVIII secolo, al tempo del confronto tra lo zar Pietro il Grande di Russia e il re di Svezia Carlo XII, con al centro i cosacchi di Zaporoze.
L’intreccio narrativo espone lo stile di vita e di pensiero della comunità cosacca, nella sua evoluzione traumatica, passando dall’alleanza forzata imposta dai russi, all’alleanza volontaria con gli svedesi, ma in definitiva sfortunata, poichè frantumata alla grande battaglia di Poltava.
Obiettivo della pubblicazione è quello di proporre la lettura d’un romanzo storico di intrattenimento con l’originalità di un tema poco trattato (finanche nella classica letteratura russa, all’infuori di poche eccezioni) o comunque non ben conosciuto. Il testo aspira a collocarsi nell’ambito di una tradizione letteraria dell’Europa dell’est, che seppur governata in maniera prevalente da quella russa, vuol più che altro sottolineare l’essenza di quella avventurosa spiritualità, in parte espressa da Gogol, ma ancor più da Scevcenko (entrambi ucraini). Al tempo stesso vuol distaccarsi da quel tipo di letteratura asciutta e piuttosto carente di moti individuali, derivata dal periodo sovietico (in questo rifacendosi al "controcorrente" Dottor Zivago di Pasternak).
Proporre un testo (il primo di una serie in progetto) che possa auspicarsi di godimento in considerazione della scrittura e dell’analisi storica e di costume, in previsione d’un avvicinamento graduale e costante dell’Occidente all’Europa dell’est, di certo con un prossimo contatto, sempre più approfondito, con la sua tradizione, alla quale si può scegliere di giungere in qualche modo preparati.
Proporre un testo che, seppur racchiuso in una specifica sfera spazio-temporale, possa comunque trascendere realtà locali limitate, allo scopo di fornire elementi di interesse generale (ed anche provocazioni) nell’intenzione di pervenire ad una più ampia fruibilità.

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