mercoledì 5 novembre 2008

Nino Di Paolo in adhoc-crazia


Nicola (Nino) Di Paolo sarà anche a Chiari domenica 9 novembre

martedì 4 novembre 2008

adhoc-crazia.blogspot.com

L A STORIA DEL "LENIN DEL PER"

Sabato 8 novembre 2008 alle ore 21, al Centro Civico di via Turati 21, a Pero, verrà presentato il nuovo libro di Nicola Di Paolo, Il primato della pietà, un'antologia di 14 racconti (14 come le opere di misericordia), di cui recentemente abbiamo già proposto la lettura su questo blog di "Insegnare agli ignoranti", e che ora replichiamo proponendo "Perdonare le offese. La storia del Lenìn del Per", non senza ringraziare FaraEditore per la disponibilità, e augurando un in bocca al lupo all'autore.
Perché c'è piaciuto il racconto? Perché si parla di uomini veri e appassionati, onesti e socialisti. Un doppio ossimoro? No. Purtroppo una realtà scomparsa ormai da parecchio tempo.


Guido veniva alla luce nel brumoso autunno del 1897 a Cascina Merlata, in località Torrazza, nel territorio del Comune di Musocco, conglobato, qualche decennio dopo, in quello di Milano.
La cascina lombarda è un enorme quadrangolo di mattoni rossi nel cui mezzo si apre la corte, luogo nella quale, durante il giorno, schiamazzano e convivono oche, galline, cani e bambini.L’entrata alla corte era costituita da un alto e largo ingresso ad arco, a volte chiuso da un portale in legno, a volte aperto, che permetteva il passaggio dei carri carichi di fieno. Due o tre lati erano riservati alle attività economiche, e comprendevano le stalle, i fienili e le legnaie. Uno o due lati erano invece riservati alle abitazioni: al piano terreno le “cucine”, al piano superiore le stanze da letto. L’accesso al piano superiore era garantito da un’unica scala esterna, in legno, come in legno erano i ballatoi sui quali ci si spostava per raggiungere le porte d’ingresso alle camere. Nel bel mezzo della corte frequentemente si trovava un albero di gelso, che offriva, tra la fine di maggio e l’inizio di giugno, i suoi frutti zuccherini allo stuolo dei mocciosi.
Gli abitanti della cascina erano i fattori ed i contadini (salariati o famigli) alle dipendenze dei proprietari dei terreni da essi lavorati.
I bisogni corporali li si soddisfaceva d’estate in campagna ed in inverno nel vaso da notte. Fu rivoluzionaria, quindi, nell’Ottocento, la progettazione e la realizzazione dei gabinetti in fondo al ballatoio, a cui potevano accedere tutti gli abitanti del piano.
Guido era l’ultimo figlio di Serafino Besozzi, il terzo della sua seconda moglie.

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