giovedì 11 gennaio 2018

A settant’anni dalla morte di Carmine TROISI





Il 14 gennaio 1948 moriva a Solofra (AV) monsignor Carmine TROISI, nato ivi il 4 ottobre 1866, poeta, sacerdote, giornalista, storico ed educatore.
Svolse il ruolo sacerdotale nella stupenda Collegiata di San Michele Arcangelo del luogo natale “con umiltà, semplicità, discrezione e pietà”. Così lo descrive lo scrittore Michele GRIECO, fondatore della Biblioteca Civica Renato SERRA di Solofra e sindaco per un breve periodo, nell’introduzione al libro L’ottimismo dell’umanità, curato dalla professoressa Mimma De Maio e pubblicato nel 1984.

«A settant’anni dalla sua dipartita l’attuale sacerdote della Collegiata di San Michele Arcangelo, monsignor Mario PIERRO, ha ritenuto utile e degno proporre la figura del “sant’uomo” alla platea contemporanea dei fedeli e delle autorità cittadine, convinto che la memoria va rinverdita alla luce del Sole.» 

Egli ha scelto tre dei sonetti “volanti” del poeta/sacerdote solofrano, da recitarsi dopo la SS. Messa che si terrà sabato 14 c.m. in Collegiata, a cura degli attori Enzo Marangelo e Alfonso Grassi dell’Accademia Teatrale “Hypokrites”, ché la voce della poesia “celeste” risuoni coralmente ancora tra le navate che hanno visto, il Nostro, estatico davanti all’ostia consacrata, visionario com’era, pervaso dell’Amore per Cristo. Essi sono: L’Interno della Collegiata – la Sine Macula – il Panorama di Solofra

«(…) Poesia che si fa pittura, impressione, macchia squarcio di cielo, lembo di terra e di luoghi e di momenti di vita paesana e di sagre. Quasi tutta racchiusa, modulata, sussurrata nel giro di quattordici versi, nel lento fluire degl’incalzanti endecasillabi, d’un sonetto, fusione di caratteri artistici e popolari.» (ivi, M. GRIECO, p. 5)

Monsignor Carmine TROISI è stato un solerte educatore della gioventù cittadina degli anni quaranta del secolo appena trascorso, che accoglieva in gruppi nelle stanze della Collegiata, insegnando principalmente la Lingua Latina, la Letteratura Italiana e l’impegno sociale, al quale Egli stesso non si sottrasse prendendo parte all’agone politica di quegli anni in qualità di consigliere comunale.
Molte lapidi sono andate distrutte a causa del sisma del 23 novembre 1980. Quella posta accanto al sagrato della Collegiata, dal Comitato Celebrazioni Solofrane il 18 gennaio 1958 con la dedica alla memoria del Nostro, ha superato anche questo dolorosissimo momento.
Non ha subito la stessa sorte l’epigrafe, dettata dal Nostro, che si leggeva sull’ingresso del cimitero centrale di Solofra, andata persa a causa dello stesso sisma dell’80: Mors Nihil Est Vitam Respice Perpetuam (La morte non è niente (tu) considera la vita eterna).
Essa riportava il testamento spirituale della poetica del TROISI, della sua profonda umanità, come lo descrisse Michele GRIECO nell’introduzione ai suoi sonetti:

«Vedi, lettore, se questa non è poesia felicissima, perché tutta fatta di solofranità, tutta tua, se questi momenti non sono “momenti d’anima”, dell’anima solofrana, che ci parla dall’alto dei suoi anni, da una lontananza perduta, per la voce d’uno dei suoi figli migliori, Carmine TROISI, sacerdote e poeta.» (ivi, p. 6)

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